L'arte della ceramica nelle botteghe italiane

Dal Rinascimento all’Ottocento

Dal Rinascimento l’arte ceramica italiana diventa protagonista assoluta nel panorama europeo. Le regioni più importanti sono Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Toscana e Veneto.

La ceramica nel Lazio prende spunto da opere tardoromaniche, con vasellami semplicemente invetriati a decorazione stilizzata bicromica in verde e bruno. Tra i prodotti più caratteristici si segnala il boccale detto “panata”, tipico per il versatore pronunciato, originariamente recipiente per la zuppa di pane.ceramica-rinascimentaleIn Abruzzo il Rinascimento vede fiorire le officine di Castelli, in particolar modo la fornace dei Pompei. La produzione castellana della prima metà del Cinquecento è quasi tutta di alta e prestigiosa committenza, culminante con quella che farà la fortuna delle maestranze di Castelli: il monumentale corredo della farmacia Orsini/Colonna, con vasellami che presentano una ricca e originale varietà di fogge da farmacia e un’accattivante e squillante veste cromatica. Forme più articolate e mosse, che trovano le loro matrici plastiche all’interno del grande rinnovamento delle arti decorative tra Manierismo e Barocco, caratterizzano la produzione abruzzese di quel periodo; smalto blu lapislazzuli, arricchita di dettagli pittorici in oro

In Umbria, dopo una notevole fase medievale, l’arte della maiolica si attesta verso la fine del Quattrocento, quando si presenta sui mercati italiani con originali vasellami destinati ai corredi da farmacia che adottano uno straordinario repertorio policromo tardogotico. Dal primo decennio del Cinquecento si notano grandi piatti “da pompa” e servizi da tavola, realizzati sia in veste policroma sia in veste monocroma blu, arricchita da lustro metallico di tono rosso rubino e giallo dorato. Questa tecnica, dapprima esclusiva invenzione delle officine medio orientali e in seguito imitata dai maestri italiani dai prodotti delle officine spagnole, viene conosciuta e molto apprezzata in Italia attraverso i traffici mercantili di Maiorca (da cui nel Rinascimento il termine “maiolica”). La stessa tecnica viene ripresa e applicata in Umbria per alcuni decenni; a Deruta e, con esiti particolarmente splendidi e suggestivi, a Gubbio, presso l’officina di Mastro Giorgio Andreoli.

Nelle Marche, a partire dal secondo decennio del Cinquecento, l’ambito ceramico si specializza nel genere figurativo a trama narrativa “istoriato”, trasfuso in generale sulle arti applicate attraverso la mediazione delle stampe delle opere di Raffaello.

L’arte della maiolica in Toscana nel Rinascimento emerge nella zona fiorentina di Cafaggiolo e a Siena. Quest’ultima si presenta con alcuni tipici albarelli decorati con “grottesche”, geometrie e palmette, che mettono in risalto quando la sua produzione vascolare sia perfettamente sintonizzata sugli analoghi repertori dei pavimenti senesi rinascimentali. Cafaggiolo, invece, attorno alla metà del Cinquecento produce esemplari di altissima qualità, fortemente influenzati nella decorazione della porcellana cinese in blu su bianco, mediata dalle officine medio orientali. Tali imitazioni negli stessi anni sono attestate anche in altre località italiane (Faenza, Venezia, Liguria), tuttavia solo a Firenze, nell’ultimo quarto del Cinquecento grazie al sostegno dato dai Medici per scoprire il “segreto” della composizione della porcellana, è possibile documentare tangibilmente la prima porcellana europea. È un tipo di porcellana abbastanza compatta e traslucida, rigorosamente dipinta in blu su bianco, conosciuta appunto come “porcellana medicee”, documentata a oggi in poco più di una cinquantina di esemplari in tutto il mondo.

ceramica-venetaLa produzione rinascimentale del veneto gravita prevalentemente sulle botteghe veneziane. I prodotti di questo centro risaltano tecnicamente soprattutto per la qualità della maiolica e per la cromia della ricca vetrosità, che sembrano aver beneficiato della stessa materia impiegata dalla celebrata scuola vetraria locale. Nella prima metà del Cinquecento temi in auge sono soprattutto i raffinatissimi “trofei” e le “grottesche”, dipinti di grisaille su fondo blu cupo e azzurro, nei quali si distingue Maestro Ludovico. Nella seconda metà del Cinquecento l’ambito veneziano è dominato dalla figura di Maestro Domenico, dalla cui feconda bottega escono imponenti corredi farmaceutici dall’esuberante decorazione di fogliami con ritratti, che manifestano l’influenza della grande pittura veneziana.

Protagonisti del Novecento

La ceramica italiana del XX secolo può vantare un primato nel contesto europeo e mondiale sia per la quantità delle espressioni, sia per i livelli qualitativi ottenuti.

Nel corso del secolo scorso l’arte della ceramica si è emancipata da un ruolo minore e ha guadagnato un posto paritario ad altre forme di espressione artistica. A questo decisivo passaggio hanno concorso ceramisti, architetti e artisti i cui contributi si sono voluti evidenziare collocando nel percorso espositivo anche opere pittoriche e scultoree di riferimento a testimonianza della labilità di confini che, oggi soprattutto, non appaiono più plausibili. Inoltre, va rimarcato il fatto che relativamente a significative tendenze quali l’Art Nouveau, il Futurismo e l’Informale, a esempio, la ceramica ha contribuito in modi talmente alti da meritare a pieno titolo un inserimento nella storia dell’arte moderna.